I nostri sogni hanno una forte connessione con i fatti che accadono nella nostra realtà, alle nostre emozioni e paure più profonde e servono alla nostra mente a elaborare e a superare momenti difficili della vita; ecco perché stress, paura e depressione influiscono sui nostri sogni in diverse modalità, a partire dal modo in cui dormiamo, al contenuto dei sogni e alle emozioni che ci provocano.
Erika Inversi
Ricercatrice, Blogger, Onironauta
Cyberattivista di Greenpeace
Ideatore e Autore di iosogno.com
Lo stress e la paura causano una grande tensione fisica ed emotiva che si riversa sulla nostra mente. Questa tensione a sua volta riflette, nei sogni, preoccupazioni e stress, provocando ansia e incubi. Per esperienza personale, ho notato che paura e rabbia sono quelle emozioni che creano insonnia o disturbi del sonno come difficoltà ad addormentarsi, sonno leggerissimo con ricorrenti risvegli e tachicardia o fissazione di pensieri negativi. In questo caso, stress e paura determinano il modo in cui si dorme (male) e di conseguenza anche la tipologia del sogno.
Uno studio del 2018 pubblicato sul Journal of Sleep Research ha dichiarato che ansia e depressione hanno un effetto negativo sulla tipologia di sogni, sia per chi ne soffre sporadicamente sia per chi ne soffre a livello cronico. È indubbio che in momenti di grande tristezza o abbattimento, la persona riversi sui sogni il proprio dolore; ma è davvero un meccanismo negativo? Sono sempre più convinta che i sogni, che si fanno in momenti di depressione e ansia per quanto terribili possano essere, servano a portare solo beneficio alla persona; a staccarla da quella esperienza dolorosa e a permetterle di osservarla in terza persona con distacco emotivo appunto.
La nostra mente trova nei sogni risorse di ricovero incredibilmente creative che non riuscirebbe a trovare quando la corteccia cerebrale è attiva (logica) durante la veglia. La corteccia cerebrale segue connessioni neurali conosciute e ben fissate (per risparmiare energia). Nei sogni invece tutto è possibile, le connessioni neurali cambiano, si connette tutto senza un’ apparente logica, si formano nuove connessioni, si spengono quelle ormai usurate e inutili.
C’è un aforisma di Arthur Schopenhauer che mi piace un mondo perché esprime davvero bene meccanismo:
„La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.“
Credo molto nel potere terapeutico naturale dei sogni e mi auguro che la scienza trovi meccanismi più accessibili e veloci per permettere a tutti di imparare ad accedere ad una parte importantissima del nostro subconscio. Diventare onironauti, potersi svegliare nei sogni e vivere un’altra realtà è un meccanismo innato che ancora non sappiamo utilizzare ed è attualmente considerato il passo verso l’evoluzione della specie umana, quello che ci permetterà di apprendere, viaggiare e curarci dormendo!
Anche se sembra una cosa banale, tieni un diario e una matita vicino al letto e a portata di mano. Appena ti svegli e in qualsiasi momento, scrivi tutto quello che ricordi con parole chiave. Successivamente, quando sarai completamente sveglio potrai espandere i concetti delle parole chiave.
Prima di coricarti, puoi inserire nel diario alcune parole chiave di quello che ti è accaduto durante la giornata come ad esempio eventi, preoccupazioni, i sentimenti etc. Queste parole chiave ti serviranno per riuscire a interpretare i tuoi sogni perché tutti questi elementi si combinano sinergicamente per creare una mappa più dettagliata del percorso che la mente fa nei sogni e evidenziano elementi significativi della nostra persona.
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