Il mio viaggio da onironauta

6 Marzo 2023

Avevo poco più di sei anni quando ho avuto il mio primo sogno lucido.
I miei genitori avevano deciso che era tempo che io dormissi con mia sorella più piccola e perciò, senza nessun tipo di preavviso, avevano spostato il mio letto dalla stanza di mio fratello a una nuova.

Quello fu un vero trauma; Non ero più la sorella piccola da proteggere… Ora toccava a me!

Il mio primo sogno lucido

Quella notte nel mio letto si era formata una voragine: un vero e proprio buco nero dal quale uscivano ed entravano fantasmini bianchi che vi lavoravano in cerchio chiacchierando. Ero spaventata a morte! Ero convinta di essere sveglia e, per non guardare, mi stesi col viso rivolto verso la parete sulla quale poggiava il letto e così rimasi – incollata – tutta la notte.
Il giorno dopo ero come nuova (si sa che ai bambini passa in fretta); e quello rimase un sogno lucido ricorrente per diversi anni durante la mia infanzia, un sogno sicuramente ha contribuito all’inizio delle mie ricerche sul mondo dei sogni lucidi.

I miei sogni lucidi da giovanissima adulta

Tra i 9 e i 16 anni ho avuto altri sogni lucidi di cui uno ricorrente, davvero bellissimo, nel quale saltavo sui tetti delle case e volavo libera. La prima volta di quel sogno, ricordo bene di essermi ritrovata su un tetto di una casa e un po’ preoccupata; guardavo le persone saltare e volare. Nel sogno, una persona accanto molto divertita mi invitava a saltare ma io ero troppo impaurita e risposi che non potevo farlo, mi sarei sicuramente ammazzata, non sapevo volare. In quel preciso istante, qualcosa scattò nella mia mente … Perchè tutti gli altri potevano volare ed io no?
Ed ecco… boom!! la scintilla … ma certo, tutti volavo perchè sono in un sogno!
A quel punto, anche se titubante (perchè nei sogni lucidi sembra davvero di essere svegli), mi sono lanciata e ho iniziato a volare. Che esperienza unica!!
Nei successivi episodi dell stesso sogno, sapendo già che sognavo, mi lanciavo direttamente. era come ritornare in un posto conosciuto, con le stesse persone e con la possibilità di volare.

I buoni lo sognano, i cattivi lo fanno …

Poi poco prima dei miei 18 anni feci un terribile sogno: uscii dalla porta di casa, imbracciando una mitragliatrice, e iniziai a sparate a tutti indistintamente pensando di essere sveglia e avendo davanti a me anche bambini. Fortunatamente per me (e per gli altri), ero in un sogno.
Mi svegliai piangendo e ci volle qualche attimo per calmarmi e capacitarmi che si era trattato di un sogno. Quell’episodio mi sconvolse a tal punto che decisi di parlarne con il mio medico di famiglia, certa che non avrebbe potuto nè giudicarmi nè parlarne con altri per il segreto professionale.

Il dottor Renato Giaretta, un incredibile medico professionista, artista, musicista e autore per il quale la mia stima e fiducia sone cresciute nell’arco dei decenni, era il mio medico di famiglia.
Mi presentai nel suo studio e con aria cupa gli dissi che aveva davanti a sè un criminale… Il dottor Giaretta rimase un po’ interdetto e mi chiese cosa era successo.

Con voce un po’ insicura e, non prima di aver fatto mille premesse, raccontai il mio sogno.
Il dottore, pur non sminuendo il mio racconto, mi tranquillizzò spiegandomii che si trattava probabilmente di rabbia repressa, una emozione comune che molti giovani adulti sperimentano in fase di crescita e cambiamento. Io sinceramente a 17 anni mi sentivo già vecchia…

La psicologia delle superiori

Proprio in quegli anni studiavo a scuola filosofia e psicologia di Simun Freud e, l’interpretazione dei sogni del grande psicologo, era un argomento che ci affascinava particolarmente. Fu proprio il contatto e lo studio della oniromazia di Freud che mi spinse a credere di essere un criminale; dopo tutto lo psicologo affermava che i nostri sogni altro non sono che i desideri o le paure più represse del nostro subconscio. Sull’onda della mia convinzione, iniziai a parlare di questo sogno anche ad amici e conoscenti.

Tanta psicologia forsense per convincermi di chi sono

Vista la reazione poco positiva al racconto, smisi di chiedere, per non compromettere le mie amicizie e proseguii la mia vita tra sogni e sogni lucidi fino all’età di 35 anni quando comprai il libro dell’edizione del 1997  “I buoni lo sognano, i cattivi lo fanno” di Simon Robert.

I buoni lo sognano e i cattivi lo fanno“, non si poteva scegliere titolo migliore per spiegare il potere terapeutico dei sogni e la differenza tra chi le cosa le sogna e chi, invece, le fa davvero.

E a seguire una serie di libri per informarmi sulla psicologia criminale tra cui anche la lettura dei micro-movimenti del viso, un libro di ricerca di Paul Ekman, padre fondatore della psicologia forense.
È un testo scientifico molto approfondito e scritto in lingua inglese.

Dopo tutte queste letture sulla psicologia criminale, mi calmai ma continuavo a fare dei sogni talmente reali che, spesso durante la veglia mi procuravano confusione (l’ho sognato o era vero). In altre parole, la mia mente conservava nello stesso “cassetto” i ricordi dei sogni lucidi con quelli della realtà. E anche questo aspetto fu motivo di indagine: volevo capire se le altre persone sognavano come me. Perciò, domandai a chi potevo se ricordavano i sogni che facevano. Naturalmente, questa domanda non mi portò da nessuna parte. Molti di noi ricordano i sogni che fanno ma non è la stessa cosa. Dovevo riformulare la domanda.

Come si formula una domanda su qualcosa che non si sa cosa è…

La formulazione di quella domanda non fu cosa di poco conto. Che tipo di risposta volevo? Arrivai a questa formulazione:<<Ci sono sogni nei quali riesci a prendere pieno controllo di te stesso e decidi cosa fare?>> e ancora << sogni dove non ti vedi come un protagonista di un film, da fuori in terza persona oppure fai sogni nei quali sembra ti senti come sveglio?>>. Anche a queste domande, che a me parevano chiare, le persone mi davano la stessa riposta. Ad ogni modo, tutti risposero che non erano mai riusciti a controllare un sogno e che, anche se sarebbe stato fantastico, non era di certo possibile.
Ed eccolo, un altro momento di illuminazione in cui ho capito che non sognavo come tutti gli altri. Ma perchè solo io? Sicuramente c’erano altre persone che sognavano come me.

L’inizio della ricerca sui sogni lucidi e una tecnica che mi ha aperto gli occhi

Inizia a fare ricerca in internet anche se in lingua italiana c’era poco niente. 
Provai in inglese e capitai sulla definizione “onironauta” che finalmente mi aprii gli occhi. Successivamente la scoperta della parola chiave, riuscii a trovare articoli e poi libri sull’argomento ma principalmente in lingua inglese.

Cercavo di capire come controllare meglio il sogno e come indurlo più spesso. Capitai su un articolo molto interessante (non ricordo di chi) che trattava alcune tecniche per svegliarsi nel sogno.
Devo essere onesta, in quel momento mi sembrava un po’ tutto assurdo e lessi quell’articolo parecchie volte. Dopotutto io riuscivo a capire se ero in un sogno o no e pensavo che queste tecniche fossero inutili. Invece, mi dovetti ricredere. In uno dei mie sogni normali, sono riuscita a svegliarmi all’interno di quel sogno proprio grazie a una tecnica appresa leggendo l’articolo.

I sogni lucidi visti con gli occhi delle neuroscienze

Nell’arco di questo ultimo decennio, i testi e gli articoli riguardanti i sogni e i sogni lucidi in lingua italiana si sono quadruplicati. L’apporto delle neuroscienze nello studio del funzionamento della mente e quindi dei sogni ha aperto il vaso di Pandora.
Nel suo libro “Perché dormiamo (Poteri e segreti del sonno per una vita sana e felice)” il neuroscienziato Walker Matthew scrive: <<… ben oltre l’80 per cento della popolazione non raggiunge naturalmente la lucidità.>>.

<<È possibile che i sognatori lucidi rappresentino il passo successivo nell’evoluzione dell’Homo Sapiens e che, in futuro, siano selezionati in parte sulla base di quest’abilità non comune, che può consentire loro di accendere i riflettori della soluzione creativa dei problemi durante i sogni e puntarli sulle sfide affrontate da svegli dall’umanità, sfruttandone il potere in modo più deliberato?>>
Nello stesso libro lo scienziato racconta come molti geni della storia, creavano, inventavano, risolvevano nei loro sogni. Ne è un esempio Dmitrij Mendeleev che ha sistemato gli elementi chimici in una tavola periodica, la quale poi ha permesso di identificare dei “posti vuoti” e di scoprire l’esistenza di nuovi elementi.
Ma tutto questo non è incredibile? Altro che fantascienza!!

Anche io, a livelli infinitamente più bassi di quelli di Mendeleev, durante i miei studi di Biologia all’università di Padova, riuscii a risolvere un problema sognando la soluzione (da sveglia ci avevo dedicato 10 ore ma nada).

Dopo tanti anni ho scoperto che era un onironauta!

Durante la mia carriera lavorativa mi è capitato spesso di parlare e confrontarmi con un amico e collega, Maurizio Sangineto. Musicista, creativo, esperto di naming e autore del libro “Nomina Domina“; Maurizio mi ha sempre incuriosito perchè riusciva a trovare soluzioni a dir poco geniali e creative dal giorno alla notte. Così ,un giorno, gli chiesi se trovava il tempo di dormire la notte e lui rispose: <<durante la notte non dormo creo, elaboro, chiudo gli occhi vado oltre spazio e tempo, li riapro riposato e con la soluzione giusta>>. Avevo trovato un altro onironauta!!

BIBLIOGRAFIA

  1. I buoni lo sognano i cattivi lo fanno di Simon Robert
  2. What the face reveals di Paul Ekman
  3. Perché dormiamo (Poteri e segreti del sonno per una vita sana e felice) di Walker Matthew

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