
Cosa sognano le persone non vedenti?
- 30 Luglio 2023 |
- L’Onironauta
Sognare è una capacità innata di tutti gli essere umani e non solo. Serve a ristabilire un equilibrio con le nostre emozioni, per scoprire, apprendere e fissare nuovi concetti nella memoria.
Sognare ha una funzione evolutiva e tutte le persone sognano anche quelle che non ricordano i sogni.
INDICE
- Introduzione
- Come scoprire il mondo e impariamo
- Persone non vedenti dalla nascita e persone che hanno perso la vista
- La ricerca del Centro de Estudos Egas Moniz
- Conosciamo le onde cerebrali Alpha
- La conclusione della ricerca del Centro de Estudos Egas Moniz
- Il sogno di Omero di Emiliano Aiello
- Il trailer del Sogno di Omero
- I sogni di uomini e donne non vedenti: uno studio di Apa PsycNet – America Psychology Association
- Bibliografia
- SHARE | L’unico modo per scoprire cosa sogna una persona non vedente è chiederglielo
Come scopriamo il mondo e impariamo
Tutti noi impariamo a scoprire il mondo attraverso la vista e impariamo a utilizzare questo senso per apprendere, ricordare, associare, fissare, orientarsi, riconoscere e amare.
È naturale perciò che nel cervello delle persone vedenti si creino connessioni neurali intense per lo più visive del tipo concetto-immagine, immagine-concetto.
Di conseguenza, i sogni delle persone vedenti altro non sono che un richiamo, sovrapposizioni e connessione di immagini restituite al cervello tramite la vista.
Quindi, immaginiamo per un momento di non aver mai potuto vedere nulla, il buio totale e di non sapere perciò cosa è un immagine.
A quel punto potremmo orientarci nel mondo utilizzando altri sensi come il tatto, il suono e l’olfatto proprio come fanno i bimbi appena nati la cui vista non è ancora ben sviluppata.
Ecco che allora il concetto del “vedere” diventa piuttosto relativo se connesso alle diverse modalità con cui è possibile conoscere il mondo che ci circonda.
Chi vede, difficilmente comprende il mondo dei non vedenti e anche chi non vede non potrà mai capire cosa vuol dire orientarsi attraverso la vista. C’è da dire però che le persone non vedenti possono avvicinarsi al mondo dei non vedenti semplicemente tenendo gli occhi bendati.
Ci sono dei corsi di gruppo che prevedono queste tecniche per aiutare le persone a sviluppare altre risorse interiori e a fidarsi degli altri.
Persone cieche dalla nascita e persone vedenti che hanno perso la vista
Prima di iniziare la lettura, è fondamentale distinguere tra individui ipovedenti dalla nascita e coloro che hanno avuto problemi di vista da bambini o adulti. Questa differenziazione è vitale per la ricerca, poiché i modelli onirici dei due variano drasticamente.
Ciò è dovuto principalmente al fatto che questi ultimi sono stati in grado di testimoniare visivamente cose come persone, oggetti e il mondo che li circonda prima dell’inizio della loro disabilità visiva. Inoltre, coloro che hanno perso la vista da bambini avranno schemi diversi rispetto a quelli che l’ hanno persa in età adulta.
Sorge spontaneo il pensare che i non vedenti dalla nascita, non avendo mai visto un oggetto, la realtà, i colori, vivano i sogni nel buio più totale magari sognando profumi, rumori, conversazioni, musica e tutto quello cioè che rappresenta la quotidianità di una persona che non vede a immagini.
Come sarebbe possibile il contrario?
So che ci sono tante, tante cose che ancora non capiamo del mondo ma mi viene difficile credere che chi non abbia mai visto un oggetto, lo possa sognare; almeno in termini di immagine.
La ricerca del Centro de Estudos Egas Moniz
Navigando su internet, ho trovato diversi articoli (anche su instagram) che scrivono di una “recente” ricerca condotta dal Laboratorio del Sonno della Facoltà di Medicina dell’Università di Lisbona il cui obiettivo era di “valutare quantitativamente l’esistenza di immagini visive nei sogni delle persone nate cieche e di correlarla con misure oggettive, come le componenti della frequenza EEG del sonno, vale a dire con l’attenuazione alfa (considerata come un indicatore dell’attività visiva) e grafica analisi delle rappresentazioni pittoriche oniriche. La ricerca risale al 2003.
Cosa sono e a cosa servono le onde cerebrali Alfa (Alpha)
Prima di arrivare a cosa hanno scoperto i ricercatori a Lisbona, è necessaria una piccola premessa sulle onde Alfa. Le onde alpha sono una tipologia di onde cerebrali che si attivano mentre ci stiamo riposando, specialmente quando gli occhi sono chiusi e ci stiamo addormentando.
La misurazione di questa onde viene raccolta dalla zona occipitale del cervello (quella dietro la testa) che si attiva appunto quando ci stiamo rilassando e quando dormiamo ed è inversamente proporzionale all’indice visivo: più guardiamo, meno onde alfa si attivano, meno immagini e chiudiamo gli occhi, l’attività alfa è più attiva.
A cosa si è giunti durante la ricerca del laboratorio del sonno
La ricerca del laboratorio di Lisbona ha constatato che anche le persone congenitamente cieche hanno attività di visione nei sogni e durante la veglia.
Tuttavia queste rappresentazioni sono estremamante limitate perchè la corteccia cerebrale visiva è danneggiata e perciò non più utilizzata dal cervello.
Il sogno di Omero
Sull’onda di questa ricerca condotta dall’università di Lisbona, il regista romano Emiliano Aiello ha girato un film documentario – Il sogno di Omero – sulla vita onirica di cinque personaggi, seguendo il loro mondo onirico riportato in diari giornalieri. Il titolo del film non è stato scelto a caso: la leggenda narra infatti che Omero fosse cieco e, nell’antica Grecia, la cecità era sinonimo di chiaroveggienza e saggezza.
Il Trailer del Sogno di Omero

I sogni di uomini e donne non vedenti: uno studio di Apa PsycNet – America Psychology Association
Basandosi su un campione di 372 sogni di 15 adulti ciechi congenitamente e accidentalmente (di età compresa tra 24 e 73 anni), gli autori dello studio presentano 2 analisi separate che replicano ed estendono i risultati di studi precedenti (vedi D. Kirtley, 1975).
La prima analisi ha utilizzato DreamSearch, un programma software progettato per essere utilizzato con le narrazioni oniriche, per esaminare l’aspetto delle 5 modalità sensoriali. Il test ha rivelato che i ciechi sin dalla nascita o dalla prima infanzia avevano:
- nessuna immaginazione visiva;
- una percentuale molto alta di riferimenti sensoriali gustativi, olfattivi e tattili.
La seconda analisi ha rilevato che sia i maschi che le femmine differivano dalle loro controparti vedenti allo stesso modo in diverse categorie di codifica di C. Hall e R. Van de Castle (1966), inclusa un’alta percentuale di sogni di locomozione / trasporto che contenevano almeno 1 sognatore-disgrazia implicata.
I risultati sono interpretati come prove della continuità tra il contenuto del sogno e la cognizione di veglia.
BIBLIOGRAFIA
- Visual dream content, graphical representation and EEG alpha activity in congenitally blind subjects – Science Direct
- Come sognano i non vedenti – Focus
- Cosa sognano i ciechi, un film lo racconta – Ansa
- Can blind people dream – Health Line
- The dreams of blind men and women: A replication and extension of previous findings – Apa PsycNet – America Psychology Association