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Sogni di tortura: come i nazisti hanno usato la deprivazione del sonno per distruggere i prigionieri.

  • 30 Luglio 2023 |
  • L’Onironauta

Le storie delle atrocità commesse dai nazisti durante la seconda guerra mondiale sono ben note, ma non molti sanno come la privazione del sonno sia stata usata come un’arma di tortuna per distruggere fisicamente e psicologicamente i prigionieri dei campi di concentramento in Auschwitz e Dachau.

INDICE

I prigionieri venivano tenuti svegli, per giorni interi concedendo loro solo di riposare durante gli interrogatori, che si protraevano ben oltre l’alba. I medici nazisti hanno provato tutti i tipi di torutura conosciuti per tenere svegli i prigionieri, dai rumori assordanti alle docce fredde fino alla privazione totale di cibo.

Nel suo libro “At the mind’s Limits“, Jean Améry descrive dettagliatamente la sua esperienza come vittima della tortura ad Auschwitz, in particolar modo lo stato d’animo di una vittima di tortura.

La privazione del sonno usata come tortura

La privazione del sonno era una forma sperimentale di tortura durante la quale ai prigionieri veniva impedito di dormire o sognare.

Coloro che sono stati sottoposti a questa tortura fisica e psicologica hanno riferito una serie di effetti dannosi: allucinazioni, deterioramento mentale e incapacità di ricordare le informazioni. Gli effetti collaterali di questo tipo di privazione, si riscontrano nei soggetti anche molti anni dopo gli esperimenti.

A partire dalla fine del 1800, lo studio conduce attraverso gli eventi della guerra ispano-americana e della guerra del Vietnam, prima di passare ai conflitti contemporanei in Medio Oriente e alla straziante realtà dell’elettro-tortura nelle città americane.

Inoltre, Rejali esamina come si è evoluta la tortura all’interno delle prigioni coloniali e come lo scandalo di Abu Ghraib ha messo in luce l’indicibile crudeltà inflitta dai governi nella ricerca del potere.

Perchè proprio la privazione del sonno?

Nella seconda guerra mondiale, i nazisti condussero uno studio per comprendere i sogni dei loro prigionieri. L’obiettivo era scoprire se lunghi periodi di isolamento e angoscia potessero indurre una persona a ricordare esperienze del proprio passato o sviluppare fantasie come mezzo per sfuggire alla realtà attuale.

Attraverso l’indagine di questi sogni, hanno cercato di ottenere informazioni sulla psicologia e sul comportamento umani.

Un esperimento del 1942

Nel 1942, cinque detenuti ebrei furono selezionati, a loro insaputa, per questo tipo di esperimento.
Dopo essere stati sottoposti a lunghi interrogatori e a un lungo isolamento, quattro ebrei su cinque riferirono allucinazioni inquietanti.

Un ebreo ebbe l’incubo di perdere moglie e figli; un altro sognò di uccidersi con un’ascia. Uno di loro invece, l’unico a cui fu concesso l’accesso a riviste e giornali, non accusò queste allucinazioni. I nazisti capirono che probabilmente la possibilità di poter leggere a avere accesso ad altre informazioni aiuta la sua mante a evadere.

La tortura del sonno nella storia

L’uso di tecniche che interrompono o limitano il riposo di un prigioniero per forzare una confessione o una resa propagandistica non sono una novità. Già gli antichi romani avevano modi sofisticati per farlo.

Ma l’uso sistematico e ben documentato di tali metodi da parte degli interrogatori nazisti contro gli ebrei durante la seconda guerra mondiale lo rende storicamente degno di nota, anche se non senza precedenti.

I nazisti scoprirono anche che svegliando un prigioniero durante il sonno REM (movimento rapido degli occhi) e interrogandolo senza concedere il tempo per un altro ciclo del sonno, potevano effettivamente privarlo sia del sonno ristoratore che del tempo di veglia effettivo.
Nello studio pionieristico sulla tortura moderna raccolto nel libro Torture and Democray, il famoso esperto Darius Rejali accompagna i lettori in un viaggio oscuro che attraversa secoli e continenti.

La deprivazione del sonno e Il suo effetto su corpo e mente

Non appena un prigioniero si addormenta, veniva svegliato da suoni assordanti e guardie che gli urlano nelle orecchie.

La privazione del sonno degrada tutte le tue funzioni cerebrali. Uccide le cellule dell’ippocampo e della corteccia e distrugge i neuroni che controllano l’umore, le emozioni e i ricordi. Anche solo una notte senza dormire può rendere una persona più irritabile, più triste, meno concentrata, avere tempi di reazione più lenti ed essere più smemorata.

La mancanza cronica di sonno porta a gravi problemi di salute mentale come depressione e ansia. Si diventa anche più incline alle infezioni perché la carenza di sonno riduce la capacità del corpo di contrastare le infezioni batteriche.

Per comprendere l’entità della forza necessaria per completare una giornata di lavoro, prova a privarti del sonno

La privazione del sonno è uno strumento di tortuna comune utilizzato negli interrogatori militari; esso non è solo coercitivo è un metodo di interrogatorio efficace per ottenere dichiarazioni veritiere. Gli studi hanno dimostrato che le persone private del sonno sono più suggestionabili e diventano incapaci di affrontare i normali compiti della vita, come essere in grado di mantenere uno stato di allerta o ricordare informazioni a lungo termine anche se esperimenti fatti con gli scimpanzé hanno dimostrato che le privazioni del sonno produce amnesia anche nel breve termine.

Periodi più lunghi di privazione del sonno portano a depressione, allucinazioni, comportamenti irrazionali, paranoia e violenza.

Inizialmente, i nazisti sperimentarono su se stessi nel tentativo di discernere il livello di forza fisica richiesto per avere successo nelle industrie in tempo di guerra. Avendo realizzato le conseguenze devastanti della privazione del sonno, hanno continuato questi esperimenti sui prigionieri di guerra e sugli ebrei.

Ciò significava negare alle vittime l’accesso a cibo, acqua e igiene; bombardarle con musica ad alto volume o luci intense, proibire loro di esercitarsi, confinandole in posizioni scomode e picchiandole con armi come bastoni e mazze, fruste e pugni. Le vittime furono inoltre sottoposte a soffocamento con panni bagnati e a temperature estreme di ebollizione e congelamento.

BIBLIOGRAFIA

  1. At the mind’s Limits – Jean Améry
  2. Torture and Democray – Darius Rejali
  3. Sleep Deprivation: The Dangers and How You Can Avoid it – Anne Wolski